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4 marzo 2013

Mercoledi Veg. Il carnismo e la consuetudine di mangiare carne

Perché mangiamo carne 

C’è un paradosso alla base delle nostre abitudini alimentari. Mentre proviamo sdegno all’idea di mangiare carne di cane, gatto o delfino, nulla ci impedisce di addentare carne di mucca, maiale, pecora o pollo. Perché facciamo questa discriminazione? Anche la mucca e il maiale sono esseri senzienti, che provano quindi emozioni e sentimenti, proprio come il cane, il gatto e il delfino. Eppure, la costrizione innaturale della mucca e del maiale negli allevamenti lager e la loro successiva soppressione a fini alimentari non ci turba, non tanto quanto ci sconvolgerebbe stipare migliaia di cani e gatti all’interno di una struttura al solo scopo di macellarli per poi mangiarli. Perché siamo più sensibili, empatici e paladini nei confronti di una determinata specie e ingiustificatamente indifferenti nei confronti di un’altra? La psicologa americana Melanie Joy risponde sostenendo la teoria del “carnismo”. Con questo termine è definita un’ideologia violenta che giustifica, per consuetudine, l’uccisione di alcuni animali e permette di mangiarne la carne senza troppi rimorsi di coscienza. Il carnismo si fonda sulla “dittatura della consuetudine”, che abitua ad accettare le cose e gli eventi perché “così sono”, punto e basta. Per questo motivo acconsentiamo all’uccisione di “cuccioli” di mucca, maiale, pecora e altri ancora, senza scandalizzarci o muovere un dito, quando invece, più naturalmente, dovremmo essere portati a difenderli. Attraverso il meccanismo della rimozione, sempre per Melanie Joy, neghiamo a noi stessi l’eccidio di miliardi di animali destinati al consumo alimentare. Sarebbe il sistema in cui siamo immersi a promuovere tale meccanismo, offuscando le coscienze fino a persuaderci che mangiare carne, anche più volte durante il giorno, sia salutare, normale e necessario. L’assunto dell’ideologia carnista difatti, secondo cui la carne sarebbe essenziale, ineliminabile dalla nostra alimentazione e quindi necessaria, è dovuto a un condizionamento sociale fondato su una consuetudine consolidatasi nel tempo. E cioè che l’uomo ha la “necessità” di nutrirsi di carne per sopravvivere. Probabilmente, in un tempo lontano, nel passato era così. Ma oggi, con tutte le varietà, le qualità e possibilità alimentari che offre il mercato, l’uomo, che NON è poi un carnivoro, non ha realmente questa “necessità”. Nessuna costrizione fisiologica, infatti, gli impone di mangiare carne. Se decide di farlo è per una scelta, forse, troppo spesso motivata solo dalla consuetudine.

teoria del carnismo

Questo mercoledì suggeriamo un piatto molto saporito, piccante e per questo adatto a chi ha lo stomaco robusto:
La Pasta del Pirata Barbanera (dosi per 4 persone, nessuna difficoltà, 1 ora per la preparazione e 480 calorie per porzione). Servono: 1 cipolla, 4 spicchi di aglio, salvia, rosmarino, 1 peperoncino piccante, vino bianco, olio di oliva, 300 gr di pomodori perini maturi, sale, pepe e 400 gr di spaghetti. Tritate finemente la cipolla con l’aglio e unitevi poi la salvia, il rosmarino e il peperoncino ugualmente tritati. Mettete il tutto a rosolare finché la cipolla è dorata. Unite poi i pomodorini passati al frullatore e proseguite la cottura a fiamma bassa. Cuocete per circa un’ora mescolando spesso e se il sugo si restringe troppo, aggiungete pochissimo vino bianco. Alla fine, regolate di sale e pepe e lasciate da parte la salsa, senza farla raffreddare troppo. Mettete a bollire dell’acqua in una pentola senza salarla eccessivamente. Quando bolle, aggiungete gli spaghetti e cuoceteli a fiamma viva, poi, scolateli al dente in una zuppiera in cui avrete messo qualche cucchiaio di salsa ancora calda. Non gettate l’acqua di cottura, servirà per condire meglio il tutto. Versate il resto della salsa sulla pasta, mescolate e unite un po’ dell’acqua di cottura messa da parte. Rimescolate e servite fumante. Per il vino, va bene un Trebbiano di Romagna.

http://www.leidonnaweb.it/benessere/cucina/item/329-mercoledi-veg-il-carnismo-e-la-consuetudine-di-mangiare-carne.html

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