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13 aprile 2010

Pablo Neruda


Pablo Neruda (Parral, 12 luglio 1904 – Santiago, 23 settembre 1973) è stato un poeta cileno. Viene considerato una delle più importanti figure della letteratura latino americana contemporanea.


Il suo vero nome era Neftalí Reyes Basoalto (per esteso, Ricardo Eliezer – o Eliecer – Neftalí Reyes Basoalto). Usava l’appellativo d’arte Pablo Neruda (dallo scrittore e poeta ceco Jan Neruda) che in seguito gli fu riconosciuto anche a livello legale. È stato insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura.

Ha anche ricoperto per il proprio Paese incarichi di primo piano diplomatici e politici.


Biografia

I primi anni

Nacque da un impiegato delle ferrovie e da una insegnante che lo lasciò orfano a solo un mese dal parto. Si trasferì con il padre a Temuco dove, dalle nuove nozze del genitore, nove anni dopo nacque il fratellastro Rodolfo. Il giovane Neruda, soprannominato Neftalì dal secondo nome della madre, dimostrò un interesse per la scrittura e la letteratura avversato dal padre ma incoraggiato dalla futura vincitrice del Premio Nobel Gabriela Mistral, che fu sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica. Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore fu l’articolo “Entusiasmo y perseverancia”, pubblicato ad appena 13 anni sul giornale locale “La Mañana”. Nel 1920 iniziò ad utilizzare per le sue pubblicazioni lo pseudonimo di Pablo Neruda, con cui è tutt’oggi pressoché esclusivamente conosciuto.

L’anno successivo, il 1921, si trasferì a Santiago per studiare la lingua francese e con l’intenzione iniziale di diventare in seguito insegnante, idea ben presto abbandonata per la poesia.

Nel 1923 pubblicò il suo primo volume in versi, Crepusculario, che fu apprezzato da scrittori come Alone, Raúl Silva Castro e Pedro Prado, seguito, a distanza di un anno, da Veinte poemas de amor y una canción desesperada, una raccolta di poesie d’amore, di stile modernista, e di stile erotico, motivo che spinse alcuni a rifiutarlo. Con questa raccolta è stato riconosciuto e tuttora essa è una delle sue opere maggiormente apprezzate.

Gli incarichi diplomatici

Neruda, si ritrovò in una condizione di povertà che lo costrinse ad accettare nel 1927 un incarico di console onorario nel Sudest asiatico, in Birmania, seguito da altri innumerevoli incarichi. Sull’isola di Giava si sposò con una impiegata di banca di nazionalità olandese, Maryka Antonieta Hagenaar Vogelzang.

Durante i suoi incarichi diplomatici, Neruda riuscì a comporre un gran numero di poesie, sperimentando varie forme poetiche tra cui quelle surrealistiche che si possono trovare nei primi due volumi di Residencia en la tierra che risalgono a questo periodo.

Prima di ritornare in Cile, ottenne altre destinazioni diplomatiche, dapprima a Buenos Aires, quindi in Spagna, a Barcellona, dove in seguito sostituì Gabriela Mistral nella carica di console a Madrid. In questo periodo conobbe altri scrittori come Rafael Alberti, Federico García Lorca e il poeta peruviano César Vallejo. Durante la permanenza nella capitale spagnola nacque la figlia Malva Marina Trinidad, affetta da idroencefalite di cui morì in tenera età. Sarà proprio lo stato di frustrante prostrazione ed incurabilità di quella che è poi l’unica figlia mai avuta dal poeta la causa vera dei dissapori sempre più insopprimibili che portarono ad una crisi familiare con la Hagenaar, che giunse al culmine a seguito della frequentazione di Neruda con Delia del Carril, argentina, di vent’anni più anziana di lui. Appassionata fautrice del comunismo, fu lei ad indirizzare l’iniziale tendenza anarco-individualista di Neruda verso gli ideali marxisti.


Il comunismo

L’abbraccio delle idee comuniste e di solidarietà civile trovò ulteriore humus per Neruda anche nella repulsione che provava nei confronti dei soprusi compiuti dai fascisti di Francisco Franco durante gli anni della guerra civile spagnola. La sua “svolta a sinistra” fu ancora più decisa dopo la barbara uccisione, da parte delle forze del generale Franco, di Federico Garcia Lorca, di cui era divenuto amico: l’appoggio di Neruda al fronte repubblicano, che si opponeva all’allora nascente dittatura franchista, fu totale, sia nei discorsi che negli scritti, come, ad esempio, la raccolta di poesie España en el corazón.In seguito all’elezione a presidente del Cile di Pedro Aguirre Cerda nel 1938, di cui Neruda era stato sostenitore, il poeta ricevette l’incarico di far evacuare dai campi francesi i 2.000 esiliati spagnoli, per i quali organizzò un trasferimento via mare in Cile utilizzando la nave Winnipeg. In questa occasione gli venne rimproverato di aver privilegiato gli sfollati di fede comunista a scapito degli altri, anche se sembra che la scelta sulle persone da imbarcare fosse stata fatta principalmente dal presidente della repubblica spagnola in esilio, Juan Negrín. L’inconsistenza di queste rimostranze è poi ulteriormente dimostrata dal grande affetto con cui, ancora oggi, è largamente ricordato in Spagna.

Tra il 1940 e il 1943 gli venne assegnato l’incarico di console generale a Città del Messico e fu in questi anni che divorziò dalla prima moglie, si sposò con Delia del Carril e apprese della morte della figlia, a soli 8 anni, nei territori occupati dei Paesi Bassi.

Dopo il tentativo di omicidio di Leon Trotsky del 1940, per cercare di salvare il pittore messicano David Alfaro Siqueiros dalle conseguenze dell’accusa di essere uno dei cospiratori, lo aiutò ad ottenere un visto di ingresso per il Cile e gli diede ospitalità. Siqueiros dipinse un murale nella scuola di Chillán.

Nel 1943, durante il viaggio di ritorno a casa, si fermò in Perù, visitò Machu Picchu, e rimase molto colpito dalla città degli Inca, che gli ispirò, nel 1945, la scrittura di Alturas de Macchu Picchu, un poema in dodici parti sulla colonizzazione spagnola. Lo stesso argomento ispirò anche Canto general, pubblicato nel 1950, che contiene fortissimi accenti polemici contro il cosiddetto imperialismo statunitense (di cui, tra l’altro, denunciò gli abusi di multinazionali come la Coca-Cola).

Negli anni successivi, espresse la sua ammirazione per l’Unione Sovietica – anche per il ruolo decisivo svolto nella definitiva sconfitta della Germania nazista – e per Stalin, a cui nel 1953 dedicò una composizione, in occasione della morte. Le rivelazioni successive sul culto della personalità coltivato dal leader sovietico e sulle purghe staliniste (a partire dal celebre discorso di Nikita Khruščёv, successore di Stalin, durante il XX congresso del partito comunista sovietico di Mosca del febbraio 1956) spinsero Neruda a cambiare opinione e a rinnegare l’ammirazione espressa in precedenza: nelle sue memorie manifestò il suo rammarico per aver contribuito alla creazione di un’immagine non reale di Stalin. Questo errore di valutazione lo portò a guardare con occhio diverso anche il comunismo cinese, che conobbe nel 1957, temendo la ripetizione degli stessi errori anche nei confronti di Mao Tse-Tung. Nonostante le disillusioni, Neruda rimase comunque sempre fedele alle sue convinzioni comuniste e fu criticato da molti detrattori che lo accusarono di non aver mai preso posizione a favore degli intellettuali dissidenti Boris Pasternak e Joseph Brodsky.


La politica in Cile

Il 4 marzo 1945 ottenne la sua prima nomina ufficiale come senatore in seno al partito comunista delle province nordorientali del Cile di Antofagasta e Tarapacá, situate nell’inospitale deserto di Atacama, e pochi mesi dopo prese la tessera del Partito Comunista cileno.

L’anno seguente, il candidato ufficiale del Partito Radicale cileno per le elezioni presidenziali, Gabriel González Videla, gli chiese di assumere la direzione della sua campagna elettorale. A questo incarico il poeta si dedicò con fervore, contribuendo alla sua nomina a presidente, ma rimanendo deluso per l’inaspettato voltafaccia di Videla nei confronti proprio del Partito comunista subito dopo le elezioni. Il punto di non ritorno nel rapporto tra Neruda e Videla fu la violenta repressione con cui quest’ultimo colpì i minatori in sciopero nella regione di Bío-Bío, a Lota, dell’ottobre 1947. I manifestanti vennero imprigionati in carceri militari e in campi di concentramento nei pressi della città di Pisagua. La disapprovazione di Neruda culminò nel drammatico discorso del 6 gennaio 1948 davanti al senato cileno, chiamato in seguito “Yo acuso”, in cui lesse all’assemblea l’elenco dei minatori tenuti prigionieri.


Gli ultimi anni


Nel 1970, Neruda fu indicato come uno dei candidati alla carica di presidente della repubblica cilena, ma si ritirò dalla competizione elettorale appoggiando nuovamente Allende e aiutandolo a divenire il primo presidente socialista democraticamente eletto in Cile. Per circa due anni e mezzo riprese allora la carriera diplomatica presso la sede di Parigi, che dovette però lasciare per motivi di salute.

Il 21 ottobre 1971, ottenne, terzo scrittore dell’America Latina dopo Gabriela Mistral nel 1945 e Miguel Ángel Asturias nel 1967, il Premio Nobel per la letteratura. Al suo primo ritorno in patria, l’anno successivo, venne trionfalmente accolto in una manifestazione presso lo stadio di Santiago.

Di questi anni sono anche le sue ultime pubblicazioni in vita, La espada encendida e Las piedras del cielo, edite durante il soggiorno parigino. Prima di morire assistette al disfacimento del primo governo democratico cileno e al colpo di stato del generale Augusto Pinochet dell’11 settembre nonché alla morte del presidente Allende, suo amico personale. Insediatasi la dittatura, i militari cominciarono a vessarlo con le perquisizioni ordinate dal generale golpista; durante una di queste, Neruda avrebbe detto ai militari «Guardatevi in giro, c’è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia». Mentre attendeva di poter espatriare in Messico, il poeta morì il 23 settembre 1973, ufficialmente per un cancro alla prostata o, più probabilmente, secondo la recente testimonianza del suo autista e guardia del corpo, assassinato nella clinica santa Maria a Santiago (la stessa nella quale fu successivamente assassinato il democristiano Eduardo Frei Montalva, il 22 gennaio 1982) con una misteriosa iniezione.

Il suo funerale fu uno dei primissimi momenti di opposizione alla dittatura, poiché avvenne nonostante la presenza ostile e intimidatoria dei militari a mitra spianato che guardavano a vista i partecipanti, come testimonia un filmato clandestino girato all’epoca. Fu, inoltre, un gesto di solidarietà e di ribellione contro l’ultimo sfregio nei confronti di Neruda, compiuto mentre giaceva nel letto d’ospedale: la devastazione, sempre per ordine di Pinochet, delle sue proprietà.

L’ultima moglie pubblicò postuma l’autobiografia su cui Neruda aveva lavorato sino al giorno prima di morire, suscitando il risentimento di Pinochet per le dure critiche contro la brutalità della dittatura. Anche di Matilde Urrutia venne pubblicata, nel 1986, un’autobiografia sul periodo trascorso con Neruda, dal titolo Mi vida junto a Pablo Neruda; in Cile, le opere di Neruda vennero riabilitate e rimesse in commercio nel 1990, dopo la caduta della dittatura.

Le tre abitazioni possedute da Neruda in Cile, La Chascona a Santiago, La Sebastiana a Valparaiso, e la Casa de Isla Negra sono oggi musei, gestiti dalla Fondazione Neruda.


Il ritorno in patria


Nel 1952, il governo del dittatore Videla era ormai al termine, colpito anche da numerosi scandali per corruzione, e il Partito Socialista presentò la candidatura a nuovo presidente di Salvador Allende, richiedendo contemporaneamente la presenza in patria del suo letterato più illustre al fine di avallarne al meglio l’investitura.Neruda tornò in Cile in agosto, ritrovando provvisoriamente la moglie Delia del Carril, ma il matrimonio era ormai destinato al naufragio grazie anche alla nuova relazione iniziata in Messico. Di conseguenza, nel 1955, Delia lo lasciò per fare ritorno in Europa.

Tuttavia, l’abbandono di Delia non determinò per Neruda quello dell’impegno comunista. Neruda proseguì nel suo impegno politico, prese ad esempio posizione contro gli Stati Uniti durante la crisi dei missili di Cuba e per la guerra del Vietnam. Ciò gli attirò gli strali delle parti più conservatrici degli USA, e l’ Associazione per la libertà della cultura, organizzazione dietro la quale in realtà si celava la CIA, cercò di minare in ogni modo la sua credibilità e la sua reputazione, citandone ad esempio le posizioni in merito al tentato assassinio di Trotsky del 1940. Questa campagna fu frenata solo nel 1964, quando fu ventilata l’ipotesi di insignire Neruda del Premio Nobel e l’unica candidatura alternativa era quella di Jean-Paul Sartre, personaggio ancora più inviso ai conservatori statunitensi.

Nel 1966 Neruda fu invitato a New York per una conferenza internazionale dell’associazione degli scrittori, ma Arthur Miller, organizzatore dell’evento, incontrò molte difficoltà e dovette fare notevoli pressioni sull’amministrazione Johnson sia per riuscire a fargli ottenere un visto, sia per la presenza di tanti altri letterati provenienti da oltre la cortina di ferro. Proprio per questi motivi, lo scrittore messicano Carlos Fuentes indicò successivamente il convegno come uno dei primi passi verso la fine della Guerra Fredda. A lavori conclusi, Neruda effettuò per la Biblioteca del Congresso registrazioni audio di alcune delle sue composizioni.

Durante il viaggio di ritorno in patria, Neruda fece una sosta in Perù, dove fu accolto con tutti gli onori dal presidente Fernando Belaúnde Terry, ma la visita fu mal vista da Cuba: in quegli anni i rapporti tra Perù e Cuba erano alquanto tesi a causa delle differenze politiche, Neruda fu accusato dagli intellettuali cubani di essere un revisionista al soldo degli Yankees e non poté recarsi sull’isola caraibica sino al 1968. Di ciò Neruda fu molto dispiaciuto tanto che nell’autobiografia Confesso che ho vissuto criticò l’atteggiamento degli intellettuali cubani, definendolo «bigotto» ed un «colpo alla schiena». Nel 1967, alla morte di Ernesto Che Guevara in Bolivia, Neruda scrisse molti articoli sulla perdita del “grande eroe della rivoluzione”, dalla cui stima era del resto ricambiato, come testimonia la composizione, da parte di Guevara, di un piccolo saggio elogiativo sul libro di Neruda Canto Generale.



Onorificenze

Oltre al Nobel, Neruda venne insignito nel 1953 del Premio Stalin, onorificenza sovietica, e di una laurea honoris causa dall’Università di Oxford nel 1965.




Bibliografia essenziale


1923 Crepusculario
1924 Veinte poemas de amor y una canción desesperada
1933 Residencia en la tierra
1937 España en el corazón (stampato nel ‘35, in piena guerra civile, dai soldati repubblicani, con carta da loro stessi prodotta, edizioni Ejercito del Este)
1950 Canto General
1953 Los Versos del Capitán
1954 u cas y el Viento
1960 Las piedras de Chile
1964 Memorial de Isla Negradio pantocrate
1970 Las piedras del cielo
1973 Confieso que he vivido (Autobiografia)Tra le traduzioni ed edizioni italiane, degne di particolare nota sono:
Poesie, un’antologia pubblicata da Einaudi nel 1952, con traduzione di Salvatore Quasimodo e illustrazioni di Renato Guttuso.
Los versos del Capitán, nella loro duplice uscita: nel 1952, per una sottoscrizione tra amici con l’avallo dallo stesso Neruda, presso Arte Tipografica, e nel 2002, in occasione del cinquantenario del libro, sempre presso Arte Tipografica.
Le prime traduzioni compiute da Dario Puccini.
Pablo Neruda. Poesie e scritti in Italia, a cura di Ignazio Delogu, Lato Side Roma 1981.



Pubblicate in vita


Crepuscolario, Santiago, Ediciones Claridad, 1923; edizione definitiva, Santiago, Nascimento 1924
Veinte poemas de amor y una canciòn desesperada, Santiago, Nascimento 1924; versione definitiva Santiago, Nascimento, 1932.
Tentativa del hombre infinito, Santiago, Nascimento, 1933.
El habitante y su esperanza, Santiago, Nascimento, 1926, prosa.
Anillos, Santiago, Nascimento, 1926, prosa, in collaborazione con il suo amico scrittore Tomás Lago.
El hondero entusiasta, Santiago, Empresa Letras, 1933.
Residencia en la tierra (1925-1931), Santiago, Nascimento 1933.
Residencia en la tierra (1925-1935), Spagna, Madrid, Cruz y Raya, 1935, 2 volumi.
España en el corazòn, Santiago, Ercilla, 1937
Las furias y las penas, Santiago, Nascimento, 1939
Tercera residencia (1935-1945), Argentina, Buenos Aires, Losada 1947; per la sezione IV, España en el corazòn, vedi sopra
Alturas de Macchu Picchu. Santiago, Ediciones de Libreria Neira, 1947.
Canto general, Messico, Talleres Gráficos de la Nación, 1950.
Los versos del capitán, Italia, Napoli, Arte Tipografica, 1952.
Todo el amor, Santiago, Nascimento, 1953
Las uvas y el viento, Santiago, Nascimento, 1954.
Odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1954.
Viajes, Santiago, Nascimento, 1955
Nuevas odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1956.
Tercer libro de las odas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1957.
Estravagario, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1958.
Navegaciones y regresos, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1959.
Cien sonetos de amor, Santiago, Ed. Universitaria, 1959.
Canción de gesta, Cuba, La Habana, Imprenta Nacional de Cuba, 1960.
Las piedras de Chile, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
Cantos cerimoniales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
Plenos poderes, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1962.
Sumario. Libro donde nace la lluvia, Italia, Alpignano, Tallone, 1963.
Memorial de Isla Negra, Argentina, Buenos Aires, Losada 1964, 5 volumi, il primo costituito dall’opera precedente.
Arte de pàjaros, Santiago, Ediciones Sociedad de Amigos del Arte contemporáneo, 1966, illustrato.
Una casa en la arena, Spagna, Barcellona, Lumen, 1966
Fulgor y muerte de Joaquín Murieta, Santiago, Zig-Zag, 1967, opera teatrale
La barcarola, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1967.
La manos del día, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1968.
Comiendo en Hungría, Spagna, Barcellona, Lumen, 1968
La copa de sangre, Italia, Alpignano, Tallone, 1969
Aùn, Santiago, Nascimento, 1969.
Fin de mundo, Santiago, Edición de la Sociedad de Arte Contemporáneo, 1969.
Maremoto, Santiago, Sociedad de Arte Contemporáneo, 1970
La espada encendida, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
Las piedras del cielo, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
Geografia infructuosa, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1972.
La rosa separada, Francia, Parigi, Editions du dragón, 1972.
Incitación al nixonicidio y alabanza de la revolución chilena, Santiago, Empresa Editora Nacional Quimantú, 1973.


Postume


Libro de las preguntas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974.
Jardín de invierno, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974.
2000, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
El corazón amarillo, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
Elegía, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
El mar y las campanas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
Defectos escogidos, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1974
Confieso que he vivido. Memorias, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1974
Para nacer he nacido, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1977.
El río invisible. Poesía y prosa de juventud, Spagna, Barcellona, Seix Barral, 1980.

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