Gli occhi dei bambini sono
come specchi magici, in cui rimiraci per tornare a riscoprire la
nostra parte infantile, che, in parte, abbiamo messo in ombra
divenendo adulti. In ogniuno di noi vive un potenziale Peter Pan,
pronto a manifestarsi nell’ istante esatto, in cui la manina di un
bambino, cerca il calore del nostro palmo e si afferrà strettamente
alla nostra, chiedendoci di chinarci verso di lui per incontrare, nel
suo visetto allegro e nel suo sguardo sognante la gioia di vivere.
Sono giunta a questa conclusione questa mattina, mentre, come tutti i
giovedì, ero nell’ ambulatorio di pediatria dell’ospedale della mia
città, per svolgere il mio turno come volontaria. E’ stata una
bimbetta, dai voluttuosi boccoli castani e due occhietti scuri, vispi e
curiosi da vera birbona, a riportare a galla la parte giocosa che
tenevo celata in me. Si è recata in ambulatorio assieme alla mamma e
alla sorellina di, pochi mesi, che doveva essere sottoposta alla
visita della pediatra.
E’ stata lei a venirmi incontro
e a cercare la mia confidenza. Mi ha raggiunta accanto alla
scrivania, mentre trascrivevo il nome della sorellina sul registro
dell’ambulatorio, stringendo tra le sue manine paffute un agenda dalla
copertina arancione, aprendola, poi, davanti ai miei occhi per
mostrarmi i suoi buffi disegnini. Io mi sono piegata sulle ginocchia,
sorridendole, trovandomi, cosi, all’altezza del suo visetto colorito,
ed, ho inziato a sfogliare assieme a lei i fogli di quel diario un
pò particolare, domandole chi fossero le persone che apparivano
raffigurate nei suoi disegni. In uno di essi, con dei penarelli
colorati, ed il tratto infantile che possiede ogni bambino di sei
anni, aveva disegnato la propria mamma intenta a camminare, tutta
sola, su un prato verde, in un altro, invece, appariva un enorme cuore
tutto rosa, con due occhietti e una bocca, simili a quelli che anche
io ponevo, da bambina, su ogni oggetto, sia che fosse stato un sole,
una stella…oppure un albero. Girando le pagine di quell’agenda, mi ha
mostrato, orgogliosa, anche i suoi primi tentativi di scrittura,
dicendomi che stava frequenatando la prima elementare e che aveva appena
imparato a scrivere il suo nome e quello della sorellina, ed anche
alcuni numerini. Dopo aver posato l’agenda, mi ha guardato negli
occhi, rivelgendomi a sua volta un sorrido un pò sdendato,
domandandomi, con la sua vocina infantile, come mi chiamassi, mentre
io a sua volta le ponevo la stessa domanda, accarezzandole
delicatamente una spalla, passandole scherzosamente un dito sul
nasino buffo, dicendole che era proprio una bella bambina. In breve,
ci siamo messe a chiaccherare fitto fitto e siamo entrate cosi in
confidenza, che per un attimo mi sono addirittura dimenticata anche
delle persone che attendevano fuori dalla porta dell’ambulatorio,
tanto che la dottoressa, mi ha rimproverato, bonariamente, di non
pedere troppo tempo, perchè, come ogni giovedì, in cui c’è lei,
c’erano molti bambini da sottopporre alla visita..però è stato
magnifico, lo stesso condividere qualche attimo di pura allegria con
questa bambina, che è stata capace di farmi uscire fuori dalla
quotidianità di tutti i giorni, trasportarmi con lei nel suo mondo di
fantasia e facendomi spiccare, nuovamente il volo, verso L’Isola che
non c’è…..
I
bambini sono il dono più bello che Dio abbia mai fatto al mondo ed
un loro sorriso è il tesoro più prezioso che possiamo ricevere….
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